I nuovi sviluppi della mammografia per la prevenzione dei tumori al seno

La Casa di Cura Villa Verde, con la collaborazione del Dottor Carlo Alberto Mori, sta promuovendo, per il secondo anno consecutivo, una campagna di prevenzione del tumore al seno, il cancro più frequentemente diagnosticato nelle donne.

Per tutto il mese di febbraio le pazienti potranno eseguire una visita con mammografia e tomosintesi o una visita con ecografia (a seconda dell’età della paziente) a tariffe agevolate.

Ma cos’è la Tomosintesi? Ce ne parla il dottor Mori.

Si tratta di un recente sviluppo della mammografia che utilizza mammografi digitali di ultima generazione dotati di un dispositivo che permette di stratigrafare la mammella, cioè di mettere a fuoco le singole sezioni della mammella alla distanza di 1 mm una dall’altra. Si è dimostrata utile in tutti i tipi di mammelle, ma soprattutto in quelle dove la componente ghiandolare è prevalente, caratteristica propria delle donne in fase premenopausale. Permette perciò di superare uno dei limiti della mammografia, vale a dire il seno denso dove una eventuale lesione rischia di non essere vista in quanto mascherata dalla densità del parenchima circostante.

Bisogna essere chiari, anche con la tomosintesi non riusciamo ad individuare tutti i tumori, però abbiamo maggiori possibilità di trovarli.

Qual è il campo di applicazione della tomosintesi?

Gli studi ci dicono che la tomosintesi è utile sia nel primo livello, condizione tipica dei programmi di screening mammografico dove ci si rivolge a donne asintomatiche, che nel secondo livello, come indagine supplementare in caso di dubbio mammografico.

In Europa esistono 4 studi che applicano la tomosintesi ai programmi di screening: Oslo, Malmo, Trento e Reggio Emilia. Tutti gli studi hanno dimostrato una miglior capacità diagnostica della tomosintesi, consistente in un aumento sia della sensibilità, cioè dei tumori trovati, che della specificità, vale a dire la probabilità che il richiamo corrisponda effettivamente ad un tumore.

Parlando dell’Italia, nello studio di Trento si è registrato un 27% di tumori trovati con la sola tomosintesi e una riduzione del 2,6% di richiami per ulteriori accertamenti . Sulla base di questi risultati il programma di screening di Trento ha concluso lo studio ed applica la tomosintesi a tutte le donne. Per stare a casa nostra, lo studio di Reggio Emilia, che coinvolge solo un campione delle donne invitate dal programma, non è ancora concluso, ma i risultati dopo il primo anno sono molto incoraggianti, con un aumento dei tumori trovati del 45% e una contemporanea riduzione dei richiami del 3% (Dati presentati al Convegno “Tomosintesi e non solo: le domande e le risposte”, Trento 18-19 gennaio 2016).

Perché di fronte a risultati così validi questo esame non diventa pratica corrente?

Esistono sicuramente delle difficoltà: per cominciare i mammografi vanno aggiornati o sostituiti quando non recenti, tenendo presente che un mammografo dotato di tomosintesi costa mediamente un terzo in più di un mammografo digitale di buon livello. Ma non è solo un problema di costi: mentre l’esecuzione della tomosintesi richiede solo qualche secondo in più da parte del tecnico di radiologia, la lettura delle immagini da parte del medico radiologo richiede mediamente un tempo doppio, essendo molte di più le immagini da analizzare. Se questo non è un problema significativo in ambito clinico, diventa invece un grosso ostacolo organizzativo in un programma di screening dove il numero di mammografie da esaminare è elevatissimo e i tempi di lettura sono necessariamente molto brevi.

Le donne si chiedono spesso se ripetere periodicamente la mammografia comporta un rischio da radiazioni, cosa ci può dire in proposito?

Con i mammografi digitali di ultima generazione la dose di radiazioni necessaria per eseguire una buona mammografia è modesta e non costituisce un rischio reale. Teniamo presente inoltre che la mammografia è consigliata a partire dai 40 anni, età in cui la radiosensibilità del seno è notevolmente ridotta.

La tomosintesi comporta una dose di radiazioni praticamente analoga a quella di una mammografia.

Un problema potrebbe derivare dalla necessità di abbinare alla tomosintesi la mammografia 2D tradizionale. Le immagini mammografiche infatti sono tuttora necessarie per avere una visione d’insieme delle mammelle e per il confronto con i precedenti. Eseguire perciò il doppio esame, mammografia e tomosintesi, comporta una radiazione praticamente doppia.

Per ovviare a questo problema è stato sviluppato un software che partendo dalla tomosintesi elabora una mammografia 2D cosiddetta sintetica evitando la necessità di eseguirla. Si tratta di una applicazione recentissima che alcune Ditte hanno già validato e messo in commercio, altre lo stanno facendo e sicuramente a breve sarà disponibile per tutte.

Per informazioni: 0522-328611

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