Dottor Reverberi, quali sono le patologie che incontrate più spesso?
Le patologie di più frequente riscontro nell’ambulatorio ortopedico sono senza dubbio quelle di tipo artrosico. L’aumento dell’età della popolazione ha fatto sì che i disturbi artrosici siano diventati sempre più frequenti e di maggiore gravità. In Italia il numero di persone colpite da artrosi è di circa 4.000.000; al di sopra dei 75 anni ne risultano colpiti il 67,9% delle donne ed il 49,6% degli uomini. i costi delle terapie legate all’artrosi, attualmente, ammontano a circa 7 milioni di Euro con una spesa globale annua, pro capite, di 455 Euro. Chi soffre di disturbi artrosici ha anche limitazioni funzionali, cioè ha disturbi del movimento che si riflettono nel compiere le attività quotidiane o nel lavoro. Per questo il problema sta assumendo proporzioni e rilevanza sempre maggiori.
Si può guarire l’artrosi?
Si può fare molto per prevenire l’artrosi ; una volta instaurata, l’artrosi si può curare ma, fino ad ora, non si riesce a guarire del tutto.
Un’attività fisica moderata permette di mantenere le articolazioni sane e in buone condizioni. Invece i sovraccarichi articolari possono portare ad una usura precoce ; ad esempio un’attività sportiva troppo intensa oppure una deviazione dell’asse anatomico dell’articolazione provocano la concentrazione dei carichi che alterano il normale equilibrio tra consumo e produzione. L’articolazione si comporta in maniera simile allo pneumatico di una macchina : se l’automobile viaggia a velocità molto elevata oppure se la convergenza della ruota è sbagliata, il battistrada tende a consumarsi presto. Allo stesso modo la cartilagine articolare si assottiglia, se il carico a cui viene sottoposta risulta eccessivo.
Per gli stessi motivi il peso gioca un fattore importante nell’artrosi. La persona sovrappeso sottopone la cartilagine articolare a sforzi che determinano una usura più rapida del normale, che prima o poi si manifesterà con dolori che tenderanno a ridurre l’attività motoria e le capacità lavorative.
Quindi se l’artrosi non si può guarire, cosa si può fare per alleviare il dolore?
Un trattamento efficace dovrebbe essere in grado di rimuovere la causa della malattia.
Se il problema è legato ad una infiammazione (ad esempio nel caso di un’artrosinovite intercorrente) è logico usare farmaci antiflogistici. Se viceversa il dolore è di origine meccanica (ad esempio in caso di una deviazione dell’asse dell’arto, congenita o post-traumatica), il problema dovrebbe essere risolto meccanicamente e quindi anche chirurgicamente.
A seconda del tipo di artrosi e della gravità quindi si può scegliere un trattamento incruento (terapia fisica, infiltrazioni, tutori ortopedici, ecc.) oppure cruento (artroscopia, osteotomia, artroprotesi, ecc.).
Che ruolo hanno le infiltrazioni?
Nel trattamento della artrosi iniziale o di moderata gravità le infiltrazioni possono essere usate per ridurre il sintomo doloroso. Le infiltrazioni più comunemente usate nelle articolazioni sono quelle con cortisonici e quelle con acido jaluronico. Mentre quelle con cortisone si prefiggono di rimuovere o almeno di ridurre la componente infiammatoria che provoca il dolore, quelle con acido Jaluronico (detta anche viscosupplementazione perché aumenta la quantità di liquido articolare) consentono una migliore lubrificazione e quindi il migliore scorrimento delle superfici articolari. L’acido jaluronico è infatti un liquido viscoso presente nel liquido articolare, che facilita lo scorrimento delle superfici cartilaginee. Non fa ricostruire la cartilagine articolare, come qualche paziente erroneamente pensa. Perciò l’indicazione migliore è nel trattamento del paziente con fenomeni artrosici iniziali o con condropatie (erosioni cartilaginee) di grado non elevato. Nella artrosi grave conclamata non andrebbe utilizzato, tranne nei casi in cui un intervento di protesi risulta controindicato
I prodotti integratori alimentari e i condroprotettori per via orale hanno funzioni utili?
Una persona normale assume già con una dieta equlibrata tutti i precursori della cartilagine e quindi non necessita di ulteriori apporti. Assumere per via orale i precursori della cartilagine può avere un senso solo nelle persone che hanno disturbi di assorbimento (e che quindi necessitano di un apporto maggiore rispetto alla norma); a parte questi casi rarissimi, non è stato dimostrato che un integratore riduca l’artrosi. Non esiste una letteratura scientifica basata sulle evidenze che ne giustifichi l’uso nella artrosi conclamata.
Quali sono gli interventi più frequenti in caso di artrosi grave?
L’artrosi grave, che non risponde con le cure mediche e fisiche per un periodo di tempo di almeno 6 mesi, costituisce una indicazione per un intervento chirurgico. Se il paziente supera i 60-65 anni e il dolore e la limitazione articolare sono importanti, l’intervento di elezione, per l’anca e il ginocchio, è la protesi articolare.
La artroprotesi d’anca è diventata ormai un intervento di routine e consiste nel sostituire entrambe le componenti (testa femorale e acetabolo) con parti di metallo (in genere si usano leghe particolari contenenti titanio) a contatto con l’osso e di ceramica a livello dello snodo. Lo snodo fatto utilizzando l’accoppiamento ceramica-ceramica attualmente è quello più usato in quanto sembra dare i risultati migliori come durata nel tempo, tollerabilità e affidabilità.
Quali sono le caratteristiche della vostra casistica di chirurgia protesica a Villa Verde?
Ormai la artroprotesi di ginocchio è diventato ormai un intervento comune, attualmente più frequente della stessa protesi d’anca. A Villa Verde infatti in un anno io e la mia equipe eseguiamo più interventi di artroprotesi di ginocchio che di artroprotesi d’anca. L’uso di una tecnica chirurgica accurata, di una profilassi antibiotica adeguata e di controlli post-operatori meticolosi ci consentono di non aver mai avuto casi di infezione post-operatoria. Questo traguardo è certamente il frutto di un lavoro di equipe e della collaborazione di tutti vari servizi della Casa di cura Villa Verde (non solo dei medici, infermieri e fisioterapisti ma anche del personale amministrativo e ausiliario).
Ci sono altri interventi che fate abitualmente e che caratterizzano la sua equipe?
La mia equipe, oltre a fare gli interventi di chirurgia ortopedica più comuni (artroprotesi di anca e ginocchio, artroscopie di ginocchio e spalla, chirurgia della mano, del piede e della spalla, ecc.), si caratterizza per l’uso abituale di tecniche mini-invasive e della tecnica di Ilizarov.
Le tecniche mini-invasive ci consentono di fare interventi complessi (osteotomie, resezioni ossee, ecc.) usando un piccolo foro della cute attraverso il quale viene introdotta una mini-fresa che riesce a tagliare l’osso e modificarne opportunamente la forma. Si risparmiano così danni alle parti molli (tendini, muscoli, ecc.) circostanti l’osso, Il sanguinamento è minore ed il recupero funzionale è sensibilmente più rapido. La chirurgia del piede e della mano ne hanno avuto un grande giovamento. La correzione dell’alluce valgo, ad esempio, nel nostro reparto viene ora fatta abitualmente con tecnica mini-invasiva.
La tecnica di Ilizarov ci permette non solo e non tanto di trattare gravi problemi come quelli costituiti dalle pseudoartrosi (fratture che non consolidano a distanza di mesi) ma anche di eseguire allungamenti di segmenti ossei (ad esempio allungamenti di metatarsi per correggere la brachimetatarsia, cioè la brevità congenita di uno o più metatarsi). Uno degli interventi che sfrutta la tecnica Ilizarov e che risulta molto efficace è l’allungamento delle falangi delle dita. Nel caso di un dito amputato con un mini-fissatore esterno riusciamo ad allungare lentamente una falange residua per recuperarne la lunghezza originaria (v figura) migliorandone sia l’aspetto estetico che quello funzionale. In Italia sono pochissimi i centri, anche universitari, che hanno esperienza in questo tipo di interventi e per questo motivo i pazienti ci arrivano da tutte le regioni.
Purtroppo per parlare di questi interventi ci vorrebbe molto tempo e l’argomento, credo, interesserebbe solo poche persone. Vi presentiamo perciò solo alcune immagini che illustrano le possibilità offerte dalla moderna Chirurgia Ortopedica, lasciando al lettore interessato all’argomento la possibilità di chiederci chiarimenti inviandoci un messaggio alla e-mail : reverberisandro@gmail.com.